Lo smemorato di Collegno
i timori di un progressista
network marketing
Te la ricordi la favola della formica e della cicala, che racconta di una formica che accumulava le briciole, i semi e tutto ciò che trovava per tutta l’estate mentre la cicala se la spassava a cantare sugli alberi tutto il tempo? Ti hanno anche raccontato che arrivato l’inverno la cicala non aveva nulla da mangiare ed era costretta a chiedere del cibo alla formica che, invece, ne aveva una bella scorta? Sin da bambino ti è stato insegnato che se vuoi mangiare devi andare a lavorare, non devi oziare, devi essere produttivo… Ma tu, vuoi davvero essere una formica in un formicaio? Vuoi essere un piccolo ingranaggio, senz’arte né parte, di un gigantesco sistema? Vuoi trascinare briciole finché ne hai la forza? Se è questo che vuoi rimani con la versione della favola che ti è stata raccontata e per il tuo bene non continuare a leggere questo post.
Intendiamoci bene. La laboriosità, la responsabilità e la frugalità della formica sono dei valori splendidi da imitare. Però dobbiamo anche ammettere che la cicala, almeno in parte, ci piace pure. Altrimenti perché chi lavora non vede l’ora che arrivi il sabato e si rattrista il lunedì? Per fortuna nostra, però, non siamo costretti ad essere solo formiche o solo cicale. Siamo essere umani, con una bella testa pensante, e possiamo vivere nello stesso tempo in tutt’e due i modi.
In che modo? Diciamo subito che se siamo degli impiegati, dei dipendenti siamo in realtà formiche, perché per la maggior parte del tempo trasciniamo dei pesi non per noi stessi e il nostro futuro ma per il capo, per le tasse, ecc. Se vogliamo lavorare e goderci la vita senza che l’una cosa sia in contraddizione con l’altra, dobbiamo renderci indipendenti. Magari non subito, non nell’immediato. Non sto dicendo che devi lasciare il tuo lavoro, se ce l’hai, adesso. Non sto neanche dicendo che ti devi mettere in proprio. Spesso chi lo fa cade dalla padella alla brace perché chi fa impresa da solo si inguaia ancora di più, diventa uno schiavo di se stesso.
E allora? Che bisogna fare? A che cosa ci si deve dedicare? Al “business del ventunesimo secolo”, come lo chiama Robert T. Kiyosaki, autore dell’omonimo bestseller (edito in Italia da Gribaudi) da cui ho tratto l’interpretazione della favola della formica e della cicala che ti ho appena proposto. Sei mai stato in uni ristorante dove si mangia da dio e dove il servizio è eccellente? Ne hai mai consigliato uno? Ti hanno mai pagato per farlo? Sono sicuro di no. Ora, immagina di avere un problema, mettiamo che sei sovrappeso. E diciamo anche che il tuo obiettivo è dimagrire. Fai un po’ di ricerche e trovi dei prodotti eccellenti, sotto ogni profilo, e che funzionano. Li usi anche tu, ti piacciono, in effetti dimagrisci, ti senti meglio, non riprendi più il peso che avevi prima. Che cosa fai? Se incontri altre persone con lo stesso problema inizi a parlargliene. Questa volta però ti dicono che se qualcuno di quelli a cui li hai consigliati li acquista puoi anche guadagnarci dei soldi. E allora quando puoi ne parli ad altre persone. Questo è quel che sta accadendo a me, che di recente sono dimagrito, e quel che fanno milioni di persone nel mondo con il Network Marketing.
Il Network Marketing, in passato in Italia noto come Multi-Level Marketing, si basa sulle persone che consumano i prodotti che, se vogliono, possono diventarne dei distributori indipendenti. Senza essere dei venditori professionisti: in questo tipo di business non sono tanto adatti. Sono invece avvantaggiati gli insegnanti e tutti quelli che hanno la pazienza e la laboriosità di usare i prodotti ogni giorno e parlarne agli altri per farli diventare o clienti e quindi guadagnare in modo diretto o distributori a loro volta e quindi guadagnarci in modo indiretto.
Tutto questo ha dei grandi vantaggi. Vediamone qualcuno:
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i prodotti sono migliori di quelli tradizionali perché tutto quello che viene risparmiato per la pubblicità in televisione viene investito su ricerca e sviluppo;
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chi vende un prodotto ad un’altra persona ci mette la sua faccia, la sua reputazione, oltre a quella dell’azienda e quindi non lo fa se il prodotto non è davvero eccellente;
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si possono guadagnare cifre che vanno da diverse centinaia di euro al mese a somme ben più alte, il tutto commisurato agli obiettivi che uno ha;
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si può fare questa attività a seconda del tempo che uno vuole dedicarle: dalla poche ore alla settimana a un impegno full time;
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non ci sono capi, non c’è stress, non devi timbrare cartellini, non devi andare dal commercialista, ecc.
Ce ne sarebbero degli altri ma per ragioni di spazio mi limito a questi. E spendo le ultime frasi di questo post per elencarti anche quali benefici personali puoi avere se ti dedichi al network marketing, perché ti insegna:
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ad avere successo nella vita, come scrive Alfio Bardolla, uno dei massimi esperti di crescita personale e finanza personale nel suo libro I soldi fanno la felicità (Pickwick);
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superare limiti personali come paure, ansie, timidezza, ecc.;
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l’abilità di gestire il denaro;
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la capacità di fissare degli obiettivi precisi,
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le tecniche migliori per pianificare le tue risorse;
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a comunicare in modo diretto ed efficace;
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a relazionarti in modo più sicuro con le persone;
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a mettere in piedi, se vuoi, la tua organizzazione paragonabile ad un’impresa medio-grande.
http://www.giuseppevitale.it/2016/05/06/il-network-marketing-cose-perche-conviene-cosa-insegna/