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Verso il 25 aprile con speranza!


Ai tempi della seconda guerra mondiale Collegno era una cittadina di soli 10.000 abitanti, a dispetto dei 50.000 odierni, ma nonostante la piccola dimensione la lotta partigiana attecchì molto, tanto che Collegno pagò la partecipazione alla resistenza con 95 caduti tra l’8 settembre 1943 e il 2 maggio del 1945. Una figura importante fu Arturo Bendini: eletto sindaco di Collegno nel 1920 con il Partito Socialista Italiano, aderì al Partito Comunista Italiano l’anno successivo. In quel medesimo inverno venne incarcerato e liberato perché i vertici del suo partito lo candidarono come deputato in Parlamento. Bendini fu eletto, ma nel 1927 venne nuovamente arrestato e processato dal Tribunale Fascista che lo condannò a vent’anni di reclusione. Riuscì ad evitare la galera scappando in Francia, paese in cui aderirà alla lotta partigiana con il soprannome di “Rossi”. Bendini trovò la morte in battaglia il 13 luglio del 1944 a Carmaux. A lui venne assegnata la Legion d’Onore. Inoltre a Collegno è tuttora presente la casa che fu di Luciano Moglia, partigiano caduto durante la Resistenza e principale fautore degli scioperi operai del marzo 1943. La casa si trova in Viale Gramsci ed espone all’esterno una targa in ricordo di Luciano Moglia. La città di Collegno è tristemente nota per l’eccidio dei 68 martiri tra il 29 e il 30 aprile del 1945, quando dunque la liberazione era già avvenuta. La strage di Grugliasco e Collegno fu un eccidio perpetrato dai nazisti in ritirata verso civili e partigiani di queste cittadine. I responsabili della strage facevano parte della 34ª Panzer Division del generale Hans Schlemmer, divisione che operava prevalentemente in Liguria e che si era già distinta per gravi efferatezze. L’esercito tedesco era prossimo alla resa e la colonna avrebbe dovuto ritirarsi aggirando il capoluogo piemontese per cercare di raggiungere il Brennero. I nazisti, una volta arrivati a Grugliasco, cominciarono la rappresaglia sui civili. Fra le vittime compaiono anche il segretario comunale del comune di Grugliasco e il parroco. L’ultimo corpo trovato senza vita fu quello di Romano Dellera, ragazzo grugliaschese di soli 13 anni, giustiziato a abbandonato nel cimitero di Rivoli il 1 maggio 1945. Per questo eccidio la città di Collegno è stata insignita della Medaglia d’argento al merito civile il 18 aprile 2008.

Quest’anno il 25 aprile è celebrato anche nel segno dei 70 anni del Voto alle donne.

La Città di Torino ha organizzato un folto programma di incontri, dibattiti, spettacoli. Ecco la testimonianza di una delle tante donne che partecipò alla Resistenza, tratta dal film di Elisabetta Sgarbi «Quando i tedeschi non sapevano nuotare»:

“ERA IL 18 FEBBRAIO DEL 1945, L’APPUNTAMENTO ERA PER LE 10 DI MATTINA IN PIAZZA. FU LÌ CHE TROVAI LE DONNE. SI AVVICINÒ LA MIA AMICA SILVANA: «Dobbiamo fare una cosa noi donne mi disse però bisogna avere pazienza e stare attenti con chi si parla, perché questa cosa deve riuscire. Avvicina le persone per bene, che sai come la pensano, e chiedi di fare un po’ di passaparola, perché la cosa si allarghi, perché dovremo essere in tante.» E fu così che tutto cominciò. Con tanta titubanza e tanta paura fu così che quella domenica mattina, il 18 febbraio, ci trovammo verso le dieci. Fu anche difficile per me uscire, dovevo raccontar bugie a mia madre, perché in casa nessuno sapeva che facevo parte di questa organizzazione. Insomma, quel mattino, in tre, io, Silvana e Vittorina Dondi, che abitava a Ospitale sulla strada che porta a San Biagio verso la foce del Po, siamo partite. (…) E fu così: lei con un cartone con scritto sopra «Vogliamo pane, abbiamo fame, basta con la guerra!», siamo partite. (…)”

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